“….. Da qui in avanti la salita si fa sentire, c’inoltriamo nella foresta di faggi, i segnali sono sempre più radi, procediamo in qualche momento a caso, cercando di seguire una direzione, molte strade sembrano sentieri, l’intero bosco sembra essere un sentiero.
Raggiungiamo la sommità di un nuovo colle, il panorama sembra infinito, non ci sono segni di riferimento particolari, l’intero paesaggio sembra perdersi all’inverosimile, secondo le ore percorse avremmo dovuto essere a circa un’ora dall’arrivo, quindi il più era ormai fatto.
Spesso nel sottobosco rimaniamo colpiti da particolari, che in qualche modo ci affascinano, come nel caso di queste poderose radici, delle vere opere d’arte della natura.
Dopo ore e ore di cammino sbuchiamo dal bosco su un altra vetta, solo allora capiamo che il Monte Gottero non era quello nel quale ci trovavamo ma quello di fronte. Ormai era troppo tardi per andarci, considerato il ritorno lunghissimo, prendo il teleobiettivo e lo fotografo da distante.
Ci trovavamo su una vetta poco distante senza un nome particolare che la identificasse, era poco più bassa di quella che avremmo dovuto raggiungere, ma a quel punto era un traguardo. Osserviamo l’immensa foresta attraversata, vista da quassù ci da l’idea della difficoltà appena affrontata, considerando che procedevamo per orientamento nell’ultimo tratto.
Il Gottero era di fronte a noi, avevamo percorso l’intero anello attorno alla cima senza capire che dovevamo solo salire un poco per raggiungere la vetta, ora ci trovavamo nel monte successivo, quindi ben più distanti della meta che ci eravamo prefissi, ad oltre 4 ore di cammino dalla partenza.
Sulla curiosa vetta che avevamo raggiunto c’era una croce in legno, il panorama era vastissimo, il caldo smisurato, in tutto il percorso eravamo gli unici escursionisti, quel tratto di Appennino ligure emiliano non è molto frequentato, un po’ per la difficoltà dei sentieri, un po’ perché non offre punti di arrivo particolari, ogni vetta sembra uguale alla precedente.
Col teleobiettivo in lontananza si scorgono le pale eoliche dalle quali siamo partiti ad inizio mattina, dei chiaroscuri particolari donano ulteriore ricchezza alla vastità del paesaggio che avevamo di fronte.
Nel prossimo post che chiuderà questa narrazione altre immagini di natura e un nostro selfie per documentare questa avventura estiva. Vi aspetto, buon wek end a tutti e buone ferie per chi è in partenza. Io partirò lunedì mattina…” ![]()
![]()







