Il Presepe di Pentema, 12° parte…

“… Continuiamo ad immergerci in questi mondi lontani, per un attimo lasciamo la modernità e caliamoci in questa dimensione lavorativa, dove l’essenzialità era la principale essenza della vita stessa.

 

Col teleobiettivo entriamo a curiosare anche nel retrobottega, dove altri lavoratori sono impegnati nelle loro mansioni. Lo facciamo in punta di piedi, quasi a non voler disturbare questa realtà congelata nella storia.

 

Qua vediamo un mortaio, stavano preparando il pesto, la famosa tradizione culinaria ligure che si è tramandata da generazioni. La maggior parte delle ricette che tutt’oggi facciamo le abbiamo apprese dalle passate generazioni.

 

Certo oggi abbiamo una cucina modernissima, invenzioni al limite della fantascienza, ma i vecchi piatti saporiti fanno sempre la loro bella figura sulle tavole di ogni casa, di ogni buona trattoria di paese. Quelle trattorie dove spesso anche l’arredamento rispecchia il passato, e dove i piatti sono sempre abbondanti.

 

Un tempo anche le finestre erano piccole, lo si faceva per non far entrare troppo freddo, oggi abbiamo finestre che occupano anche facciate intere, vedi grattacieli modernissimi, all’epoca invece erano quasi dei buchi aperti sull’esterno, dai quali filtrava ben poca luce.

 

Anche il modo di sistemare la roba in casa era completamente diverso, oggi abbiamo cabine armadio, a quel tempo c’erano delle casse panca, i vestiti erano un po’ ovunque nelle case, soprattutto se la famiglia era molto numerosa, e a quel tempo lo erano quasi tutte.

 

Domani proseguiremo ad esplorare nuove stanze, con nuove riflessioni. Buon inizio di settimana a tutti, grazie delle vostre letture e dei vostri apprezzamenti…” 😉

2 pensieri riguardo “Il Presepe di Pentema, 12° parte…

  1. Ciao Max
    sinceramente ho sempre vissuto in case di città, dove c’era già tutto o quasi, ma lo spirito di famiglia era come quella che hai fotografato. Ci si riuniva tutti attorno al capo famiglia con i nonni i bisnonni zii e prozii, nipoti e cugini Anche se mancavano i soldi, nelle feste, chissà come c’era ogni prelibatezza (mandarini arance cioccolato e torrone.) Cose che ora diamo per scontato.
    Grazie
    Un abbraccio e buona
    Chiara

    1. grazie del commento, anch’io ho sempre vissuto in città, ma dai racconti sentiti durante l’infanzia dai nonni queste cose erano la regola. Cose che al giorno d’oggi ci appaiono scontate un tempo non lo erano per niente. E’ sempre bello riflettere sul nostro passato.
      Buona giornata Chiara.

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